quinta-feira, 30 de junho de 2016

nave naufragata potrebbe contenere fino a 300 corpi, dice Marina

                  Recuperação do barco com refugiados que afundou na costa da Itália em 2015, dia 30/06/2016

Roma - La nave che affondò nel mese di aprile 2015 il Mediterraneo carico di immigrati ed è stato sostituito emerso lo scorso Lunedi potrebbe ospitare interno compreso tra 250 e 300 corpi, ha stimato le autorità marittime italiane.

Questo è il bilancio provvisorio dato oggi dal contrammiraglio della Marina Militare italiana, Pietro Covino una conferenza stampa convocata dopo l'operazione di girare la nave e il suo trasferimento al porto siciliano di Augusta, i media locali hanno riferito.

Covino ha detto che sarà difficile stabilire un numero preciso di vittime fatali di questa tragedia, ma ha stimato che l'interno del vaso può contenere tra i 250 ei 300 corpi.

Questo numero è aggiungere i 169 corpi recuperati dopo la tragedia e un altro centinaio di dispersi, secondo la testimonianza di 28 sopravvissuti, la nave viaggiato circa 700 immigrati al momento del disastro.

Tra i sopravvissuti sono il capitano della nave e il suo assistente, attualmente trattati presso il Tribunale di Catania per il suo presunto affiliazione con una rete di traffico di esseri umani.

La nave è affondata davanti alla costa libica il 18 aprile 2015, e il suo relitto è uno dei più grandi registrata nel Mediterraneo, come può esso sono morti centinaia di persone, per lo più chiusi nei loro scantinati e nei suoi ponti inferiori.

Dopo un soggiorno di più di un anno sommerso a 370 metri di profondità, Lunedi scorso è stato riassegnato alla ribalta grazie ad un complesso sistema di gru installate in avorio vaso.

La nave è arrivata al porto di Augusta e rimarrà in un hangar refrigerato come i vigili del fuoco certificare il loro stato di sicurezza di svolgere dopo la sua apertura e l'eventuale recupero dei corpi può contenere.

Quindi avviare le autopsie e l'identificazione delle vittime da una squadra forense coordinato dal professor Cristina Cattaneo, Università di Milano.

Cattaneo, la stessa conferenza stampa, ha detto che già ricevuto centinaia di notifiche mancanti e la compilazione dei dati di famiglia che vivono in particolare in Mali e Senegal.


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